Le investigazioni difensive, tra esigenze di controllo datoriale e tutela della privacy

MementoPiù –  Giuffrè FLV

16 Ottobre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Il tema delle investigazioni private ad opera del datore di lavoro si innesta anche su quello della tutela della privacy introdotta dalla L. 675/96, tanto che il Garante per la protezione dei dati personali, nella Newsletter dell’11 settembre 2023, ha evidenziato come il lavoratore abbia diritto ad avere accesso ai propri dati personali, compresi quelli contenuti nella relazione dell’agenzia investigativa incaricata dall’azienda di raccogliere informazioni sul suo conto ed utilizzata in sede disciplinare nei confronti del dipendente.

Il bilanciamento degli interessi

Nel nostro ordinamento giuridico l’art. 41 del testo costituzionale esprime il fondamentale principio di libertà di iniziativa economica da parte dei soggetti privati, se pur vietandone il perseguimento in contrasto con l’utilità sociale ovvero in modo da poter recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Corollario diretto di tale principio, all’interno del contesto applicativo di matrice laburistica, appare il potere del datore di lavoro di organizzare al meglio l’impresa e di verificare che l’attività lavorativa sia eseguita in maniera effettivamente conforme alle direttive dallo stesso impartite, con tutela degli assetti organizzativi e produttivi, della sicurezza del lavoro e del patrimonio aziendale.

Si è, dunque, posto nel tempo il problema di operare un delicato bilanciamento tra il prefigurato potere di controllo del datore di lavoro ed il…

Contratti a termine nel pubblico impiego privatizzato

QuotidianoPiù –  Giuffrè FLV

11 Ottobre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

In caso di illegittima reiterazione di contratti a termine nel pubblico impiego privatizzato, l’offerta tardiva di immissione in ruolo del lavoratore, che nel mentre è assunto a tempo indeterminato da altra PA, non è idonea ad escludere il diritto al risarcimento per equivalente pecuniario.

Con la pronuncia n. 27882 del 3 ottobre 2023 la Suprema Corte interviene sul tema della irrilevanza della stabilizzazione tardiva ai fini della rimozione del danno conseguente all’illegittima reiterazione di contratti di lavoro a termine.

Il casus belli trae origine dal ricorso promosso da una insegnante della scuola dell’infanzia, la quale aveva deciso di adire la competente Autorità Giudiziaria per chiedere la condanna dell’Ente locale, suo ex datore di lavoro, al risarcimento dei danni, in conseguenza dell’abuso nella utilizzazione dei contratti a termine nel rapporto intercorso.

Trasferimento della sede all’estero – Scheda d’Autore

MementoPiù –  Giuffrè FLV

10 Ottobre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

La delocalizzazione delle attività imprenditoriali e la corsa all’apertura di nuovi mercati sono fenomeni cogenti che delineano l’emersione di operazioni a carattere transfrontaliero niente affatto trascurabili. Sempre più imprese decidono di trasferire la propria sede principale o secondaria all’estero, grazie all’estensione operativa delle disposizioni e degli istituti previsti dai vari ordinamenti per consentire la concretizzazione di siffatte iniziative datoriali.

Inquadramento

L’inizio del nuovo millennio è stato in larga parte caratterizzato dall’avvento di una imperante economia globalizzata di mercato e dalla conseguente dimensione internazionale dell’impresa, sempre più necessitata ad estendere il proprio ambito operativo anche oltre i confini nazionali, in una corsa al costante rialzo del target di competitività.

Conseguenza naturale di una siffatta, mutata iniziativa imprenditoriale è stata, per molti, la tendenza al trasferimento della sede aziendale all’estero, quale ipotesi di ampliamento delle opzioni di posizionamento produttivo e di strategia gestionale della vita stessa dell’azienda.

La disciplina di settore, dunque, ha subito interessanti spunti adattativi, sia sotto il profilo procedurale che sotto quello contrattuale e strumentale, alla luce dell’intervento stratificato di varie fonti normative, in uno all’utilizzo puntuale di meccanismi di regolazione negoziale e di applicazione operativa già in uso da…

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Lavoro a chiamata

MementoPiù –  Giuffrè FLV

10 Ottobre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Con il contratto di lavoro intermittente il legislatore ha inteso regolamentare quelle prestazioni lavorative “a chiamata”, svolte in modo discontinuo in favore di datori di lavoro privati, da parte di lavoratori ricompresi in determinate fasce di età e per un periodo non superiore a 400 giornate di effettivo lavoro nel triennio, fatta eccezione per i settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo.

Inquadramento

Con la L. 183/2014, il Governo italiano veniva delegato ad intervenire, tra gli altri, in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, con l’obiettivo di rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione, nonché di riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le esigenze del contesto occupazionale e produttivo di riferimento.

In attuazione di tale delega estesa, il legislatore adottava il D.Lgs. 81/2015, con il quale provvedeva a dettare, tra le varie, la disciplina propria del rapporto di lavoro intermittente, come regolata negli artt. 13-18 del menzionato testo legislativo, nel Capo II dedicato al Lavoro a orario ridotto e flessibile.

Le modalità attuative della concorrenza sleale

NT+Diritto – Il Sole 24 Ore

02 Ottobre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

la QUESTIONE
Quali sono gli atti di concorrenza sleale disciplinati dal codice civile? In cosa consiste lo storno (illecito) di dipendenti e lo sviamento di clientela? Chi può compiere tali atti di concorrenza sleale? Quali sono le principali forme di tutela in sede giudiziale?

La concorrenza è un concetto che affonda le proprie radici nell’ambito del mercantilismo proprio della seconda metà del XVIII secolo, sostanzialmente volto, sin da allora, alla contrapposizione della naturale inclinazione…

Licenziamento del dirigente e conseguenze dell’ingiustificatezza del recesso

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

19 Settembre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

In tema di licenziamento dei dirigenti, ante Legge Fornero, il termine di decadenza dell’impugnazione di cui all’art. 6 Legge 604/66 non si applica alle ipotesi di ingiustificatezza convenzionale del recesso, cui consegue la tutela meramente risarcitoria dell’indennità supplementare.
Con sentenza n. 26532 del 14 settembre 2023 la Suprema Corte di Cassazione interviene a dirimere una vicenda dagli interessanti profili dogmatici, in riferimento alla questione delle conseguenze connesse alla ingiustificatezza del recesso dal rapporto dirigenziale ed al criterio interpretativo del concetto di “invalidità” di cui alla legge n. 183 del 2010, art. 32 (meglio nota come Collegato lavoro), in relazione al termine decadenziale di cui all’art. 6 Legge 604/66.

Licenziamento ritorsivo ed intento esclusivo

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

14 Settembre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

In caso di allegazione, da parte del lavoratore, del carattere ritorsivo del licenziamento comminato occorre che, per accordare la tutela che l’ordinamento riconosce, l’intento datoriale abbia avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà di recedere dal rapporto di lavoro, anche rispetto ad altri fatti rilevanti ai fini della configurazione di una giusta causa o di un giustificato motivo di recesso. L’esclusività sta a significare che il motivo illecito può concorrere con un motivo lecito, ma solo nel senso che quest’ultimo sia stato formalmente addotto, ma non sussistente nel riscontro giudiziale.

Premio aziendale di rendimento

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

09 Settembre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Il premio aziendale di rendimento ha natura accessoria ed incentivante e spetta al datore di lavoro di decidere se e con quali modalità erogarlo in caso di raggiungimento dell’obiettivo programmato. L’applicazione letterale delle previsioni pattizie consente la corretta ricostruzione dell’intenzione dei contraenti. Lo prevede la Cassazione con la pronuncia n. 25655 del 4 settembre 2023.

Con la pronuncia n. 25655 del 4 settembre 2023 la Suprema Corte interviene a dirimere la vicenda originata dalla proposizione di un ricorso per decreto ingiuntivo da parte di un dipendente di un istituto di credito.

Il lavoratore ricorrente, in particolare, aveva agito in sede monitoria per ottenere il pagamento del premio aziendale di rendimento (PAR), in ossequio a quanto disposto dall’art. 44 CCNL per i quadri direttivi e per il personale delle aree professionali dipendenti dalle imprese creditizie, finanziarie e strumentali e dall’art. 24 del Contratto integrativo aziendale applicato al rapporto di lavoro.

Lavoro straordinario – Scheda d’autore

MementoPiù – Giuffrè FLV

04 Settembre 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Per lavoro straordinario si intende la prestazione resa oltre il normale orario di lavoro, che viene di norma fissato dalla legge in 40 ore settimanali, se pur con la possibilità, riservata alla contrattazione collettiva, di definirne una durata inferiore. Il lavoro straordinario deve essere adeguatamente compensato mediante la corresponsione di una maggiorazione retributiva o la concessione di riposi compensativi, nel rispetto dei limiti e delle previsioni regolatrici della materia.

Inquadramento

Il lavoro straordinario rinviene il proprio addentellato normativo nel disposto del D.Lgs. 66/2003, che rappresenta il principale dettato legislativo di riferimento in materia, in simultanea attuazione e recepimento delle Dir. CE 2000/34 e 93/104/CE concernenti l’organizzazione dell’orario lavorativo sia nel settore pubblico che in quello privato.

Le regole di ingaggio che governano l’andamento del mercato del lavoro al giorno d’oggi impongono, invero, con sempre più frequenza, la necessità di ricorrere a forme di lavoro quanto più flessibili, per meglio adattare le esigenze della produzione lavorativa ad un modello di richiesta e offerta in costante mutamento.

Nondimeno, viene in speculare rilievo la necessità di operare un adeguato bilanciamento tra le istanze di maggiorazione produttiva e la tutela dei diritti dei lavoratori, in termini di compensazione retributiva e salvaguardia del…

Licenziamento disciplinare e condotte punibili con sanzione conservativa

QuotidianoPiù – Giuffrè FLV

17 Agosto 2023, di Paolo Patrizio – Avvocato – Professore – Università internazionale della Pace delle Nazioni Unite

Nel licenziamento disciplinare il Giudice, al fine di individuare la tutela applicabile, procede all’attuazione del principio di proporzionalità mediante valutazione di possibile sussunzione della condotta addebitata tra le ipotesi punite con sanzioni conservative dalla fonte regolatrice.
Con la pronuncia n. 23425 del 1° agosto 2023 la Suprema Corte ci consegna una interessante spunto di riflessione in tema di licenziamento per giusta causa, con particolare riferimento alla tematica della valutazione di proporzionalità e della interpretazione estensiva delle clausole di fonte pattizia.