I controlli del datori di lavoro a seguito del JOBS ACT

Casi pratici

I controlli del datori di lavoro a seguito del JOBS ACT

di Paolo Patrizio

È principio costituzionale quello secondo il quale l’imprenditore ha libertà di iniziativa economica, potendo organizzare liberamente la propria impresa, purché nel rispetto dell’altrui «libertà e dignità umana» (art. 41 Costituzione).
Tale potere trova una specifica declinazione nelle norme del codice civile che riconoscono l’imprenditore/datore di lavoro quale «capo dell’impresa» da cui dipendono gerarchicamente i collaboratori e che gli conferiscono il potere di dettare le disposizioni «per l’esecuzione e per la disciplina del lavoro» (art. 2104 c.c.), che i lavoratori subordinati sono tenuti a rispettare, pena l’irrogazione di sanzioni disciplinari (cfr. artt. 2086, 2104, 2105, 2106 c.c., art. 7, legge 20 maggio 1970, n. 300, Statuto dei lavoratori

Il patto di prova nel rapporto di lavoro, tra requisiti validanti e recedibilità ad nutum

Casi pratici

Il patto di prova nel rapporto di lavoro, tra requisiti validanti e recedibilità ad nutum

di Paolo Patrizio

Il patto di prova è un istituto pattizio di matrice contrattuale, disciplinato, in sede codicistica, dall’art. 2096 c.c. e finalizzato alla reciproca verifica, di entrambe le parti protagoniste del rapporto di lavoro, circa la convenienza della prosecuzione lavorativa, all’esito della concreta sperimentazione, in ottica prospettica, delle peculiarità, caratteristiche ed ambito del rapporto di lavoro instaurato tra le stesse.
In particolare ed in via di sintesi teleologica, l’istituto ha la fondamentale funzione lato di consentire, al datore di lavoro, di verificare in concreto le capacità professionali e di adattamento all’organizzazione produttiva del lavoratore in prova prima di renderne definitiva l’assunzione ed, al lavoratore, di comprendere l’esatta caratterizzazione della prestazione e delle mansioni richieste, in uno alle effettive condizioni lavorative in cui il rapporto di lavoro è destinato a svolgersi.

Il monito della Corte Costituzionale sull’infortunio domestico

Il monito della Corte Costituzionale sull’infortunio domestico MementoPiù (mementopiu.it)

01/08/2022 | Paolo Patrizio

La Corte Costituzionale, con la sentenza del 28 luglio 2022, nel dichiarare inammissibili le questioni di legittimità costituzionale ammonisce il legislatore ad estendere la portata delle norme di tutela contro gli infortuni domestici.

Licenziamento per GMO: illegittimità costituzionale del carattere manifesto dell’insussistenza del fatto

Licenziamento per GMO: illegittimità costituzionale del carattere manifesto dell’insussistenza del fatto MementoPiù (mementopiu.it)

20/05/2022 | Paolo Patrizio

La Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità costituzionale del carattere manifesto dell’insussistenza del fatto ai fini della reintegrazione in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (art. 18, c. 7, L. 300/70). Tale requisito infatti si presta a incertezze applicative da parte del giudice e può condurre a soluzioni difformi, con conseguenti ingiustificate disparità di trattamento (C.Cost. 19 maggio 2022 n. 125).

Tutela reintegratoria possibile anche in assenza di “tipizzazioni” nel contratto collettivo

Tutela reintegratoria possibile anche in assenza di “tipizzazioni” nel contratto collettivo MementoPiù (mementopiu.it)

22/04/2022 | Paolo Patrizio

La Cassazione interviene delineando i criteri per individuare la tutela concretamente applicabile al licenziamento illegittimo, sancendo come sia consentita al giudice la sussunzione della condotta addebitata al lavoratore nella previsione contrattuale che punisca l’illecito con sanzione conservativa, anche laddove tale previsione sia espressa attraverso clausole generali o elastiche (Cass. 11 aprile 2022 n. 11665).

La tutela antidiscriminatoria vale anche nella fase di selezione del personale

LAVORO

La tutela antidiscriminatoria vale anche nella fase di selezione del personale

MementoPiù (mementopiu.it)

13 aprile 2022 | Patrizio Paolo

Il rifiuto dell’assunzione della donna a causa dello stato di gravidanza rappresenta condotta discriminatoria fondata sul sesso, che non può essere giustificata da alcun interesse, compreso quello economico del datore di lavoro. Con un intervento dall’importante valore orientativo, il Tribunale capitolino sancisce la piena operatività della tutela antidiscriminatoria sin dalla fase di selezione del personale, così determinando l’estensione della latitudine operativa di siffatto principio di salvaguardia anche per l‘ambito dell’accesso al lavoro, non diversamente da quanto accade per la successiva protezione prevista in sede di svolgimento e cessazione del rapporto.

Il patto di prova nel rapporto di lavoro, tra requisiti validanti e recedibilità ad nutum

Casi pratici

Il patto di prova nel rapporto di lavoro, tra requisiti validanti e recedibilità ad nutum

di Paolo Patrizio

Il patto di prova è un istituto pattizio di matrice contrattuale, disciplinato, in sede codicistica, dall’art. 2096 c.c. e finalizzato alla reciproca verifica, di entrambe le parti protagoniste del rapporto di lavoro, circa la convenienza della prosecuzione lavorativa, all’esito della concreta sperimentazione, in ottica prospettica, delle peculiarità, caratteristiche ed ambito del rapporto di lavoro instaurato tra le stesse.
In particolare ed in via di sintesi teleologica, l’istituto ha la fondamentale funzione lato di consentire, al datore di lavoro, di verificare in concreto le capacità professionali e di adattamento all’organizzazione produttiva del lavoratore in prova prima di renderne definitiva l’assunzione ed, al lavoratore, di comprendere l’esatta caratterizzazione della prestazione e delle mansioni richieste, in uno alle effettive condizioni lavorative in cui il rapporto di lavoro è destinato a svolgersi.

Legittimo il licenziamento del lavoratore che esibisce green pass “altrui” per superare i controlli di accesso

Lavoro

Legittimo il licenziamento del lavoratore che esibisce green pass “altrui” per superare i controlli di accesso

di Paolo Patrizio

Nota a sentenza del Tribunale di Napoli – sez. lavoro, sentenza del 25 maggio 2022

Violazione dei criteri di scelta nel licenziamento collettivo: l’annullamento passa per la preliminare verifica della sussistenza di interesse sostanziale

24 Giugno 2021 GIURISPRUDENZA COMMENTATA Licenziamenti collettivi

Violazione dei criteri di scelta nel licenziamento collettivo: l’annullamento passa per la preliminare verifica della sussistenza di interesse sostanziale

di Paolo Patrizio

Cass., sez. lav.

In tema di licenziamento collettivo, il relativo annullamento per violazione dei criteri di scelta ai sensi della L. n. 223 del 1991, articolo 5, non può essere domandato indistintamente da ciascuno dei lavoratori licenziati ma soltanto da coloro che, tra essi, abbiano in concreto subito un pregiudizio per effetto della violazione, perché avente rilievo determinante rispetto alla collocazione in mobilità dei lavoratori stessi (Cass. n. 1387/2019; Cass. n. 24558/2016).

Il rapporto tra procedimento disciplinare e procedimento penale in ambito lavorativo

Casi pratici

Il rapporto tra procedimento disciplinare e procedimento penale in ambito lavorativo

di Paolo Patrizio

Ogni dipendente è tenuto al rispetto di una serie di obblighi nei confronti del proprio datore di lavoro e la violazione di tali obblighi può, talvolta, configurare fattispecie rilevanti, non solo da un punto di vista disciplinare (con conseguenze afferenti al rapporto di lavoro subordinato), ma anche sotto il profilo penale (si pensi, ad esempio, al caso di furto in azienda). In questi casi, spesso si assiste all’instaurazione di due diversi procedimenti, quello penale nella deputata sede e quello disciplinare, che può condurre al licenziamento. Proveremo, dunque, ad analizzare, in questo breve approfondimento di sintesi, le principali caratteristiche delle possibili interazioni tra tali procedimenti.